Care Colleghe, cari Colleghi,
da qualche giorno è iniziata la piena operatività del nuovo Consiglio dell’Ordine, scaturito dall’esito della recente tornata elettorale, con il completamento degli organismi che guideranno la nostra comunità professionale per il quadriennio 2021/2025.
E proprio mentre stiamo avviando, tutti assieme, questa nuova stagione Consiliare, è arrivato – beneaugurante – un importante riconoscimento per l’intera nostra professione: sabato 2 Giugno in occasione della Festa della Repubblica, in qualità di neo Presiedente del Consiglio regionale della Toscana dell’Ordine degli Assistenti Sociali ho ricevuto – per la comunità professionale degli assistenti sociali – “L’onorificenza Firenze 2020”
Colpisce la motivazione di questa onorificenza: per l’impegno, lo spirito di sacrificio, il senso del dovere e la competenza professionale dimostrati nel prestare assistenza e cure alla cittadinanza durante l’emergenza sanitaria da Covid-19”.
E’ una motivazione che, da un lato, ci inorgoglisce perché significa che il Consiglio Comunale di Firenze ha saputo cogliere in pieno lo spirito con cui gli assistenti sociali hanno affrontato questa immane tragedia; dall’altro, ci sprona a non abbassare la guardia tenendo sempre alta la vigilanza nel respingere ogni tentativo di accreditare come già superata la fase più pericolosa di questa emergenza.
Ma c’è un altro motivo per cui desidero ringraziare vivamente il Consiglio Comunale di Firenze che con “Firenze 2020” ha voluto segnare nel tempo la narrazione di questa fase straordinaria: l’aver colto fino in fondo quelli che sono i valori, i principi, i significati più profondi della professione di Assistente sociale.
E’ un riconoscimento importante perché restituisce il senso di una fase complessa per la nostra professione in cui nel rispetto della regola del “distanziamento sociale” gli assistenti sociali hanno perseguito costantemente l’obiettivo di “accorciare le distanze” con i cittadini più vulnerabili, utilizzando nuove modalità e nuovi strumenti nella relazione d’aiuto e nei percorsi di accompagnamento.
La pandemia, infatti, non solo ha esposto tutti al nuovo rischio di vulnerabilità ma ha, di fatto, aggravato le condizioni di coloro che avevano preesistenti forme di vulnerabilità. Spesso il Covid è stato un “detonatore delle situazioni con vulnerabilità plurime” ed ha aggravato il piano delle disuguaglianze.
E’ stata, la nostra, una sfida difficile che ha richiesto alle Organizzazioni di rimodulare i servizi e le prassi, perseguendo l’obiettivo della “doppia tutela”, quella degli operatori e quella dei cittadini con bisogni sociali.
Questa fase è stata affrontata e accompagnata anche da “laboratori di auto-riflessività” degli assistenti sociali. La pandemia infatti ha mostrato chiaramente i punti di forza e di criticità dei nostri servizi e dei sistemi organizzativi evidenziando in modo chiaro il ruolo determinante dei servizi socio-sanitari territoriali, il valore di una rete strutturata e prossima ai cittadini che integri e completi il sistema sanitario ospedaliero.
Questa lezione non deve essere rimossa, anzi, da qui deve partire una riflessione profonda volta a coinvolgere tutti i soggetti professionali, istituzionali, e non solo, per cogliere tutti i necessari spunti verso un ulteriore miglioramento e affinamento dei servizi resi ai cittadini.
L’auspicio è che tutto il fermento che avvertiamo attorno a questi temi si traduca in una nuova fase di investimento e stabilizzazione dei servizi sociali e socio-sanitari del territorio.
Tutto il Consiglio dell’Ordine è sin d’ora impegnato a capitalizzare la grande esperienza maturata sul campo da parte di tutta la comunità professionale in occasione di questa pandemia anche per fornire il nostro miglior possibile contributo alla ripartenza e alla progettazione delle risorse del PNRR.
Rosa Barone, Presidente